Ernst Julius Günther Röhm (1887 – 1934)

Il gerarca nazista omosessuale grande amico di Hitler.


Ernst Julius Günther Röhm (1887 – 1934) è stato un politico e militare tedesco, colonnello generale (Stabschef) delle SA.

Attorno al 1919 fu uno dei primi ad aderire al Partito dei Lavoratori tedeschi, fondato dal fabbro Anton Drexler, nucleo originario del futuro Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori. Röhm divenne intimo amico di Adolf Hitler: fu anzi il solo collaboratore a cui Hitler desse familiarmente del "tu".

Nel 1923 prese parte al fallito colpo di Stato organizzato da Hitler e fu così imputato nel processo per alto tradimento, ma venne liberato sulla parola. 

Nel 1925, in seguito ad alcuni contrasti con Hitler,si arruolò nell’esercito boliviano come istruttore militare, ma nel 1930 fu richiamato in patria da Hitler stesso per riorganizzare le SA (il battaglione d'assalto che costituiva il braccio armato del partito). Röhm accettò l’incarico con entusiasmo e portò le S.A. da 170.000 unità nel 1930 a più di due milioni nel 1933 le SA arrivarono a contare effettivi per più di due milioni: ben venti volte di più delle forze della Reichswehr, diventando così rivali dell’esercito di Stato.

Quando nel gennaio 1933 i nazisti salirono al potere, Röhm entrò a far parte del primo governo Hitler e venne nominato Reichsleiter, la più alta carica all'interno del Partito Nazista. Ben presto iniziarono le prime frizioni con lo stesso Führer. Hitler riteneva che una volta ottenuto il potere, le S.A. dovevano essere ridotte. Secondo Röhm, invece, l'intero apparato dello Stato doveva essere dato in mano alle SA, che per primi si erano battuti per portare il nazionalsocialismo al potere.

Quando Hitler decise di accorpare la figura di Presidente della Repubblica e Cancelliere, capì che avrebbe dovuto avere l’appoggio dei capi militari, quindi decise di liberarsi delle camicie brune per garantire ai capi militari che l’esercito sarebbe stata l’unica forza armata del Paese.

Tuttavia Hitler era affezionato a Rohm e l’unico motivo che lo spinse ad eliminarlo fisicamente fu che gli riferirono che Rohm era pronto ad eseguire un colpo di Stato. 

E fu così che durante la notte dei lunghi coltelli Rohm fu arrestato personalmente da Hitler (29-30 giugno 1934). In cella gli fu fatto scegliere tra la fucilazione e il suicidio: scelte di essere fucilato. 

Rohm nascondeva la sua omosessualità senza troppa convinzione, tanto che è quasi certo che Hitler ne fosse a conoscenza, ma questo non gli impedì di essere un suo intimo amico. 

Quando però decise di eliminarlo, giustificò la scelta anche con questa argomentazione, affermando di aver appreso dell’omosessualità di Rohm solo nel 1934. Cosa molto improbabile visto che dell’omosessualità di Rohm si sapeva già anni prima a causa di alcune lettere scritte ad un prostituto che le rese pubbliche dopo un fallito tentativo di estorsione, e alla pubblicazione nel 1932 delle lettere intrattenute con Karl-Günther Heimsoth.

Dopo la morte di Rohm la persecuzione degli omosessuali nella Germania Nazista, che fino ad allora sembrava poco interessata a questo argomento, cominciò a diventare sistematica e il paragrafo 175 venne inasprito, con conseguente chiusura di tutti i luoghi di incontro omosessuali e dell’Istituto per la ricerca sessuale.


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