Bisessualità in India.

Nell'Induismo l'omosessualità è "neutra", tanto da trattarla anche nel Kama Sutra alla pari delle pratiche eterosessuali.



In India l’omosessualità è trattata dai testi sacri induisti con neutralità. In uno dei quattro testi vedici, si legge legge che ciò che appare innaturale, in realtà è naturale. 

Nel Kama Sutra, testo sul comportamento sessuale, un intero capitolo è dedicato all’omosessualità maschile e femminile. 

Nell’Arthaśāstra, un antico trattato di scienze politiche, sono menzione una vasta gamma di attività sessuali che, indipendentemente dal fatto che fossero compiute con un uomo e una donna, andassero punite, anche se lievemente. I rapporti omosessuali non erano sanzionati, ma trattati come un crimine minore, al contrario di altre attività eterosessuali punite più severamente. Ad esempio il sesso lesbico tra due donne non più vergini veniva punito con una piccola multa, mentre un rapporto tra due uomini poteva essere punito con un bagno rituale da effettuare vestiti o con punizioni come una notte di digiuno o mangiare prodotti ricavati dalle vacche.

La condanna dell’omosessualità in India si ha con l’invasione islamica che diede origine al sultanato di Delhi (1205-1526).

Nonostante la condanna islamica delle condotte omosessuali, sono documentate relazione di Sultani con uomini, oltre che con donne. Il che prova l’esistenza della bisessualità oltre ogni avversione religiosa.

Sappiamo dallo stesso Babur, fondatore della dinastia Mogol, che ebbe un forte trasporto omoerotico verso un adolescente, come scrive in  Bāburnāma, libro delle sue memorie. 

Il governatore di Burhanpur fu ucciso da un giovane servo che si voleva difendere dalle sue profferte amorose. L’avventuriero persiano presso la corte Mogol, Sher Afgan Khan, è stato protagonista di diverse avventure omoerotiche. Il mistico e poeta Sarmad Kashani (persiano ebreo convertito all’Islam) molto probabilmente ebbe una relazione omosessuale con il giovane discepolo Abhai Chand (col consenso del padre di quest’ultimo) con cui girò l’India e di cui parla nelle sue poesie. 

Dunque in India abbiamo prove che esistesse sia l’omosessualità come bisessualità che come pederastia. 

Leggi omofobe, in cui le pratiche sessuali omosessuali venivano punite penalmente, furono introdotte prima con la conquista portoghese di una parte del territorio Indiano (1500-1961) e l’inquisizione di Goa (1560-1820), e poi con la colonizzazione britannica nel codice penale del 1861.

Dal 1861 al 2018 in India l’omosessualità è stata illegale, sebbene le pene per il reato di “atti contro natura” sia stato applicato pochissime volte (dal 1989 a 2009 nemmeno una condanna è stata impartita per questo tipo di reato). 

Nel 2018 la Suprema Corte ha dichiarato che qualsiasi legge che sanzioni le relazioni omosessuali sarebbe una legge incostituzionale.

Possiamo quindi affermare che la bisessualità in India sia sempre stata culturalmente vista come qualcosa di neutro fino alle conquiste coloniali poiché nella religione induista (che ha profondamente influenzato la nascita dell’India) le pratiche omosessuali erano considerata “neutre”. 


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