Bisessualità in Cina

In Cina l'omosessualità è stata criminalizzata con l'avvento dell'illuminismo proprio quando il Paese si è aperto ai rapporti con l'Occidente.


In Cina molti imperatori hanno avuto nei loro harem sia donne che uomini, così come nella mitologia cinese sono frequenti i temi dei generi sessuali e degli orientamenti sessuali non esclusivamente etero. 

Come per le polis greche e l’impero Romano, anche nella Cina dinastica, il ruolo principale di ogni uomo (e di ogni donna) era la riproduzione per garantire eredi (soprattutto maschi).

Dunque non era visto male che si intrattenessero rapporti omosessuali se questi non erano esclusivi e lasciavano spazio alla procreazione. 

Questi convincimenti erano “canonicizzati” nelle due religioni principali: confucianesimo e taoismo. 

Per il confucianesimo l’omosessualità non era in linea con la regola per cui ognuno ha un ruolo che deve essere rispettato. Tuttavia, adempiuto il dovere della riproduzione, le condotto omosessuali non hanno alcuna rilevanza per questa religione. 

Per il taoismo l’omosessualità rompeva l’equilibrio cosmico tra gli opposti ying-yang creando rapporti ying-ying e yang-yang. Tuttavia, sulla base del principio che elementi mascolini e femminili sono presenti in ogni essere umano, la presenza di una accentuata femminilità in una persona gay, o di una accentuata mascolinità in una persona lesbica, avrebbe riportato l’equilibrio cosmico all’intero di una relazione omosessuale. 

Quanto al buddismo, altra religione che ha fortemente influenzato la cultura cinese, il desiderio sessuale (etero o omo) vincola l’ ”anima” al mondo reale ed ostacola il raggiungimento del Nirvana (stato di liberazione da ogni desiderio).

Che relazioni bisessuali siano state presenti in ogni dinastia cinese è comunque provato sia da testi storici che dalle opere d’arte che ci sono pervenuti.

In linea di massima, quindi, sappiamo che in Cina la bisessualità è stata sempre considerata “normale” o “neutra”.

E’ singolare che la prima legge omofobica in Cina è del 1740: durante l’illuminismo, oltre alle novità scientifiche e filosofiche, la Cina importò anche l’omofobia imposta dal Cristianesimo (che rispetto alle religioni del posto, è l’unica a considerare l’omosessualità un peccato mortale). 

Con la Repubblica Popolare Cinese, l’omosessualità è diventata sempre più clandestina ed è stata sempre più perseguitata. 

Il comunismo che elaborò e portò avanti la Riforma Culturale, arrivò a sanzionare l’omosessualità anche con la pena di morte. Le cose cominciarono a migliorare dal 1979, sebbene continuasse ad essere associata alla dissoluzione del sistema capitalistico. 

L’omosessualità è stata decriminalizzata in Cina nel 1997 e rimossa dai disturbi mentali nel 2001. 

Attualmente il governo si disinteressa delle tematiche LGBTQ+, ovvero non persegue in alcun modo l’omosessualità, ma non si preoccupa nemmeno che venga riconosciuta legalmente dalla comunità, sebbene pare che il livello di omofobia sociale sembra essere molto contenuto. 


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