Bisessualità in Oceania
Come già in Grecia, Impero Romani, Africa e nelle Americhe, anche in Oceania l’omosessualità esclusiva non esisteva.
Esisteva però la possibilità di avere relazioni sessuali e affettive bisessuali.
Anche in questo caso, come in Grecia, l’omosessualità aveva una funzione “educativa”: uomini adulti e sposati con donne, avevano relazioni omosessuali con adolescenti al fine di educarli alla vita adulta. A loro volta, gli adolescenti cresciuti, dopo il matrimonio, potevano intrattenere relazioni omosessuali con altri adolescenti.
Nella Melanesia, una delle regioni in cui era suddivisa l’Oceania, le tribù ritualizzavano le pratiche omosessuali con gli adolescenti.
Raggiunta l’adolescenza, infatti, i ragazzi dovevano trascorrere qualche giorno con uomini adulti per avere rapporti orali con essi: si riteneva che ingerire lo sperma di uomini adulti facesse crescere e sviluppare i ragazzi (questo è stato documentato soprattutto nella tribù dei Gebusi).
In altre tribù l’omosessualità era invece una compensazione per l’impossibilità (o quasi) di avere relazioni eterosessuali prima del matrimonio.
In altre tribù ancora, per gli uomini avere nel proprio harem anche ragazzi equivale ad uno status sociale elevato.
In queste culture il marito era il proprietario delle sue mogli e dei suoi amanti, quindi poteva anche “prestare” mogli e amanti maschi ad altri uomini.
Le leggi di condanna dell'omosessualità sono poi state introdotte con il colonialismo britannico e in alcuni stati dell'Australia ancora oggi l'omosessualità è illegale.